Giorgio Unterveger (Trento 1837 – 1913) è certamente il più importante burattinaio del Trentino.
Oltre che marionettista e burattinaio, Giorgio Unterveger svolse la professione di pittore-decoratore e fu anche eccellente scenografo. Il suo incontro col teatro di burattini avvenne probabilmente durante le sue peregrinazioni in varie parti d’Italia – soggiornò pare per qualche anno in Sicilia – dopo che nel 1866 aveva dovuto fuggire dal Sud Tirolo (allora ancora sotto l’Impero Austro-Ungarico) in quanto disertore. Sicuramente conobbe Antonio Reccardini (1804 – 1876), considerato il più grande marionettista del secolo scorso nell’area veneta, di cui divenne amico e da cui prese la maschera del Facanapa. I pochi burattini di Unteveger arrivati fino a noi testimoniano della sua straordinaria capacità di scultore. Si può dire che Unterveger “firmasse” i suoi burattini: tutte le sue teste sono sezionate longitudinalmente, svuotate e poi ri-assemblate mediante due viti poste sulla parte posteriore della nuca. Una parte del Fondo Unterveger è conservato presso il Museo dei burattini e delle marionette della Civica Scuola di Arte Drammatica “Paolo Grassi” di Milano, la rimanente parte è custodita in una collezione privata. Mario Perozzi (Cesano Boscone 1917 – Casorate Primo 1998) segue durante l’infanzia il padre Carlo, burattinaio di tradizione bergamasca. Dopo un periodo di attività durato quasi 60 anni termina di lavorare negli anni ’80. I suoi luoghi di rappresentazione sono osterie, campi da bocce, aie, ma anche stalle, dormitori delle mondine, manicomi, oratori, saloni parrocchiali. Verso la fine dell’attività, si concentra soprattutto nelle scuole, organizzando tournées nelle province lombarde. Il repertorio è quello classico del teatro della tradizione (temi farseschi o ispirati alla letteratura popolare e religiosa, storie del brigantaggio, riduzioni dal teatro dell’opera). I copioni, alcuni dei quali da lui stesso “ricopiati” da antichi originali ora scomparsi, o da riduzioni di pubblicazioni popolari, sono strutturati drammaturgicamente per rappresentazioni di una o, al più, due tre serate. Perozzi, milanese di origine bergamasca, è specialista del Meneghino milanese, ma porta come protagonista dei suoi spettacoli la maschera bergamasca per antonomasia, Gioppino. Il Fondo Perozzi comprendente baracche, burattini, marionette, scenografie, soggetti teatrali, documenti vari, quaderni, fotografie, registrazioni audio e video di interviste, di mostre e di spettacoli, è oggi di proprietà dell’Associazione Peppino Sarina di Tortona e, in parte, di suoi iscritti. Gualberto Niemen (Tronzano Vercellese 1905 – Biandronno 2003), nasce da Giuseppe e Virginia Caprani in una famiglia di circensi girovaghi. Niemen incarna l’autentica vocazione dell’arte burattinesca di piazza, in un’area compresa tra Piemonte (Novarese, Vercellese, Biellese, Alessandrino) e Lombardia (Lomellina, Varesotto, Milanese).
Interprete del più classico corpus di soggetti della tradizione, egli si distingue anche per una ricca produzione autonoma e per la creazione di una maschera propria, Testafina, nata nel 1921, anno del suo primo spettacolo con burattini. Venuto a contatto con alcune tra le più rappresentative compagnie presenti sul territorio (Canardi, Rizzoli, Concordia, Rame, Burzio, Gambarutti), ne assimila con profitto caratteri e tecniche rappresentative. Niemen è uno dei maggiori rappresentanti del teatro di figura piemontese e lombardo del Novecento; depositario della tradizione piemontese del Gianduja, egli la esporta nel Varesotto dove si trasferisce nel 1936, stabilendosi definitivamente a Biandronno (Va), e dove muore, novantottenne, nel 2003. Fino alla più tarda età ha proseguito il lavoro teatrale, costruendo baracche e burattini, dipingendo fondali e profondendo una incessante e lucida memoria scritta della propria ricchissima esperienza artistica ed umana. La parte principale del Fondo Niemen, composta da burattini, scenografie, soggetti teatrali e documenti cartacei vari è oggi custodita dal Comune di Biandronno. Un’altra parte significativa, comprendente una baracca, scenografie, soggetti teatrali, documenti vari, registrazioni audio e video di interviste e spettacoli, è oggi di proprietà dell’Associazione Peppino Sarina di Tortona. Molti altri materiali, in particolare burattini e opere pittoriche, sono stati nel corso degli anni donati da Niemen e sono oggi dispersi presso privati.