LA MARIONETTA

La marionetta a fili è l’altro grande filone (oltre quello dei burattini a guanto) della tradizione del teatro di figura italiano ed europeo. La marionetta ha (a differenza dei burattini) un corpo intero ed è animata dall’alto, solitamente attraverso fili collegati a un controllo chiamato “croce”. Il numero dei fili e il tipo di “croce” possono variare molto a seconda della diverse tradizioni teatrali e della complessità dei movimenti
che la marionetta può compiere: più complessi i movimenti – alcune marionette muovono bocca, occhi, palpebre o addirittura articolano i movimenti delle falangi delle mani – più numerosi i fili collegati al controllo. Nella tradizione le marionette hanno testa e corpo scolpiti in legno; a volte parti del corpo e degli arti sono realizzati con altri materiali (stoffa, cartapesta). La testa, le braccia e le gambe sono articolate al tronco in modi differenti, attraverso incastri in legno o con ferri o ancora attraverso parti di stoffa, di pelle o di cuoio. A differenza dei burattini (sproporzionati e spesso grotteschi) la marionetta tende a riprodurre fedelmente nelle proporzioni e nei movimenti la fisicità e la gestualità umana. Tradizionalmente il marionettista animava le marionette nel “castello” (un teatro con sipario, frontoni, laterali, manto d’Arlecchino, quinte, spezzati e fondali); l’animatore muoveva le marionette stando su una passerella chiamata “ponte”, posta in alto sopra il palcoscenico oppure le animava da dietro il fondale, stando sullo stesso piano dove agivano le marionette. Nel repertorio moderno e contemporaneo i marionettisti spesso animano le marionette a vista, esponendosi alla vista del pubblico.
Ogni marionettista anima solitamente una sola marionetta: con una mano manovra la “croce” sostenendo il peso della marionetta, mentre con l’altra tira e muove i fili facendo compiere alla marionetta i gesti voluti. Rispetto al burattino la costruzione della marionetta a fili è più complessa e meno immediata; anche l’animazione è completamente diversa, essendo ogni movimento “mediato” dai fili. Anche l’impianto sceno-tecnico richiede maggiori spazi e materiali. Queste maggiori complessità, sia costruttive sia tecniche e manipolative, spiegano in parte le differenze di repertorio e di pubblico che tra Ottocento e Novecento hanno caratterizzato la storia del teatro delle marionette e dei burattini in Europa. Una forma particolare di teatro delle marionette è l’Opera dei Pupi. Il repertorio dei pupi più
conosciuto e diffuso è quello che fa riferimento ai romanzi e ai poemi del ciclo carolingio, i cui protagonisti sono Carlo Magno e i Paladini di Francia. I pupi, con un corpo in legno, indossano delle vere e proprie corazze in metallo riccamente decorato e cesellato.
L’animazione dei pupi varia a seconda della scuola di appartenenza: le principali sono la palermitana e la catanese, ma esistono tradizioni di pupi anche a Napoli e in Puglia. I pupi vengono animati
mediante una stecca di ferro collegata alla testa e che sostiene il peso di tutto il corpo. Le braccia (che nei pupi del ciclo carolingio impugnano la spada nella destra e lo scudo nella sinistra) vengono animate con fili nella tradizione palermitana, mentre in quella catanese il braccio destro è
mosso anch’esso tramite una stecca di ferro. I pupi palermitani son leggermente più piccoli, leggeri e snodabili di quelli catanesi.