IL BURATTINO
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II burattino a guanto è forse, tra le tante tecniche di animazione, la più semplice ed istintiva, certamente la più conosciuta nelle nostre culture e tradizioni teatrali. Basti pensare al vastissimo repertorio popolare italiano del teatro dei burattini, con le sue diverse maschere regionali (Gioppino, Arlecchino, Pantalone, Fagiolino, Sandrone, Gianduja, Pulcinella), caratteri in diretta derivazione e continuità con la Commedia dell’Arte. Il burattino a guanto è una rappresentazione grottesca della figura umana. Ha una testa il più delle volte sproporzionatamente grande su di un
corpo piccolo, fatto di sola stoffa e senza gambe, a parte rare eccezioni come il tradizionale Punch inglese o in Italia i burattini del toscano Staccioli e il più recente personaggio Pirù. Le braccia sono corte e senza grandi possibilità di movimento e di prensione degli oggetti. Nella tradizione testa e mani sono scolpite in legno, abitualmente di cirmolo o tiglio. Il burattino viene definito a guanto perché per muoverlo l’animatore infila la mano e l’avambraccio nel vestito del burattino – il buratto – così come si infilano le mani nei guanti per calzarli.
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Il burattino ha un foro nella parte inferiore della testa, in corrispondenza del collo. In questo foro si inserisce il dito indice; poi in una manica del vestito si infila il pollice e nell’altra manica le altre tre dita (medio, anulare e mignolo). Esistono in Italia e nei diversi paesi europei numerose varianti tradizionali a questo modo di impugnare il burattino; in alcuni paesi nella testa si infilano tre dita (indice, medio e anulare), in altre ancora nella seconda manica si infila solo il medio o solo il mignolo, tenendo le altre dita ripiegate sul palmo della mano. Il burattinaio può animare due burattini contemporaneamente, uno per ogni mano. Poiché il corpo del burattino a guanto coincide sostanzialmente con la mano del burattinaio, l’animazione è diretta ed immediata, con gesti rapidi e decisi e questo si traduce in una gestualità dai ritmi sostenuti e vivaci, di grande impatto emotivo. Il burattinaio anima il burattino dal basso, restando all’interno di un teatrino – la baracca – che lo nasconde agli occhi degli spettatori. La baracca può essere un semplice paravento fino ad arrivare alle baracche classiche della tradizione, con sipario, frontone dipinto, manto d’Arlecchino, quinte, spezzati e fondali.
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