Polichinelle

Parigi, Francia

A Parigi, Pulcinella soffre una delle sue prime e più evidenti trasformazioni: perde la maschera, abbandona il suo vestito bianco e si veste con pantaloni a righe e giacca dai colori vistosi, può portare un cappello a tricorno tipico della sua epoca, gli spunta una gobba sulle spalle e un’altra sul ventre, cresce il suo naso che si colora e la sua bocca ridipinta si curva in una risata lussuriosa. E’ un vecchio osceno, arguto, folle, ama i giochi di parole. Parla con la pivetta, il siflet pratique in francese. Appare nel XVII secolo e Jean Brioché, nome con il quale era conosciuto Pierre Datelin (1567-1671), è il primo animatore di Polichinelle che abbia lasciato una sua memoria. Raccoglie profonde tradizioni francesi collegate con i buffoni e le feste dei folli e trova il suo ruolo come protagonista di un genere che lo consacra: la Commedia Vaudeville. Trionfa nelle feste parigine di Saint-Germain, Saint-Laurent e, più tardivamente, Saint-Ovide nei secoli XVII e XVIII. Il suo destino è legato a quello dell’Ancien Régime, che, come ben si sa, soccombette alla Rivoluzione Francese. Essendo un personaggio sboccato e procace, per nulla contenuto nelle sue oscenità, si comprende bene che non piacesse ai difensori del nuovo ordine borghese sorto dalla Rivoluzione, che aveva come priorità la disciplina, il buon aspetto fisico e un ordine morale nella vita cittadina. Fu così sostituito da Guignol, il nuovo eroe nato a Lione, più civico e rispettoso della legge. È stato oggetto di molte interpretazioni contemporanee, nel teatro di burattini come in quello d’attore. Alcuni burattinai parigini, come Philippe Casidanus al Parco George Brassens, lo impiegano oggi come personaggio principale.