OTELLO SARZI
Otello Sarzi (1922-2001), è stato certamente uno dei grandi maestri burattinai del Novecento. Erede di una dinastia con 115 anni di attività, figlio e nipote d’arte, (il padre Francesco e il nonno Antonio erano anch’essi burattinai), Otello è stato un profondo conoscitore, interprete e innovatore della tradizione (indimenticabile la sua interpretazione di Sandrone ai bagni di Salsomaggiore) ma soprattutto un incredibile creatore e sperimentatore di nuovi linguaggi. Un percorso artistico che lo condurrà durante la sua lunga carriera a numerose tournée internazionali di successo in Asia, in Africa, nel Nord e Sud America e a numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali. La storia della famiglia Sarzi, originaria dei dintorni di Mantova, è quella di una compagnia di teatranti ambulanti connotata da un forte militanza politica. Il padre di Otello, Francesco, fu mandato soldato a Tobruk, in Libia, dove rimase fino alla fine della prima guerra mondiale . Durante gli anni trascorsi in Africa, mise in scena sia spettacoli di burattini che di prosa, con l’aiuto di un gruppo di uomini dalle idee socialiste quali Giuseppe Di Vittorio, Ercole Buco, Umberto Bianchi. Questo apprendistato politico lo portò a partecipare alla fondazione del Partito Comunista d’Italia nel 1921 a Livorno e ad una intensa attività politica antifascista, che portò avanti anche con l’aiuto dei suoi familiari. Le posizioni fortemente avverse al fascismo porteranno, dopo vari interventi della censura, allo scioglimento della compagnia stessa da parte del regime.
In questo humus familiare Otello, fervente antifascista, non nasconde le proprie idee ma anzi le dichiara apertamente nelle varie località che sono visitate dalla compagnia. Sul finire degli anni Trenta deve riparare in Svizzera dove incomincia un’attività di cospirazione clandestina con i fuoriusciti repubblicani. Otello e la sorella Lucia (di due anni più grande di lui) vengono arrestati nel 1940 per un incauto scambio epistolare e, anche se rilasciati, sono ormai schedati come sovversivi; Otello si impegna allora nella Resistenza, collaborando strettamente con i Fratelli Cervi e attraversando le drammatiche vicende dell’occupazione tedesca e della guerra civile. Al termine delle tragedie belliche Otello si dedica ad un teatro sociale improntato con forza e coerenza ai suoi ideali di pace e di solidarietà. Inizia il suo personale e innovativo percorso artistico negli anni ’50 a Roma, dove fonda il Teatro Sperimentale Burattini e Marionette che rimarrà nella capitale per circa 16 anni, durante i quali la preoccupazione principale di Sarzi è quella di recuperare lo specifico linguaggio teatrale dei burattini. Affronta testi di Brecht, Majakovskij, Borchert, Beckett e molti altri ed è il primo in Italia ad adottare nuove forme e modalità di manipolazione delle figure animate, esplorando le potenzialità espressive di materiali eterogenei: lattice, gommapiuma, metallo e oggetti di recupero.
Nel 1969 Renzo Bonazzi, Sindaco di Reggio Emilia, Giuseppe Gherpelli, assessore alla Cultura della Provincia di Reggio Emilia e Mario Benassi, Direttore del Teatro Municipale invitano Otello Sarzi e la sua compagnia a dar vita a una originale esperienza culturale e creativa nel territorio reggiano. Inizia così un intenso lavoro di sperimentazione nelle scuole elementari e in quelle comunali dell’infanzia coordinate da Loris Malaguzzi che porterà alla nascita del Laboratorio di Animazione permanente Gianni Rodari, diretto poi per 40 anni da Mariano Dolci. Quest’esperienza favorisce il ritorno in Emilia del T.S.B.M. che si insedia stabilmente a Reggio, cambiando nome e diventando Teatro Setaccio Burattini e Marionette. Grazie alla grande disponibilità e generosità d’animo di Otello e alla sua capacità di unire la fedeltà alla tradizione con l’apertura alle nuove tendenze dello spettacolo contemporaneo, la sede della compagnia diventa in quegli anni un luogo d’attrazione, nel quale molti giovani “vanno a bottega” dal maestro burattinaio per imparare a fare teatro coi burattini e le marionette. Molti dei gruppi teatrali formatisi in Italia in quegli annitra gli altri il Teatro delle Briciole di Reggio Emilia, il Teatro Mangiafuoco di Milano, il Teatro Tages di Quartu S. Elena – hanno le loro radici nell’esperienza e nell’insegnamento di Sarzi, coadiuvato dalla sorella più giovane Gigliola. Col Teatro Setaccio Otello non abbandona l’arte della sperimentazione e colleziona collaborazioni eccellenti, come quella con il Piccolo Teatro di Milano per il quale produce nel 1980 il Castello di Kafka con le musiche originali di Giorgio Gaslini e quella con Giancarlo Cobelli con il quale produce Mavra di Igor Stravinskij per il Festival dei Due Mondi di Spoleto nel 1985. Nel 1994 partecipa al Festival di Santarcangelo sotto la direzione di Leo de Bernardinis e fino agli ultimi anni di vita è sulla scena con i suoi spettacoli più rappresentativi. Muore a 79 anni a Bagnolo in Piano (RE) dove aveva fissato la sua ultima dimora e dove nel 1996 ha voluto dar vita alla Fondazione Famiglia Sarzi, con l’obiettivo di “valorizzare l’opera artistica di Otello Sarzi Madidini, il patrimonio artistico di questi e dell’intera famiglia Sarzi Madidini, la divulgazione e difesa del patrimonio italiano della Commedia dell’Arte e dei burattini che ne sono eredi, del patrimonio artistico e teatrale in genere, nel passato e nel suo divenire storico”.