Figura in origine lodigiana diventa burattino a metà ‘800 ad opera di Andrea Sarina, ma raggiunge grande fama grazie al nipote Peppino, uno dei grandi maestri del teatro di burattini del ‘900 italiano. Il nome Pampalüga, trasposizione di succhia l’uva, è nel dialetto lodigiano sinonimo di sciocco, ma il personaggio dei Sarina ha la lingua vispa, è allegro, furbo, scaltro e dotato di una sincera dimestichezza col buon vino.