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Piancavallo a Teatro Claudia Contin Arlecchino ANTENATI DI ARLECCHINO
Agosto 16 @ 16:00 - 17:00
Gratuito![](https://www.ortoteatro.it/wp-content/uploads/2024/06/16-agosto-2024-Piancavallo-Aviano-Pordenone-Ortoteatro-teatro.png)
venerdì 16 agosto 2024 ore 16
piazzale Mario della Puppa – Piancavallo
Comune di Aviano, Ortoteatro
Piancavallo a Teatro
Claudia Contin Arlecchino
ANTENATI DI ARLECCHINO
Cavalcata buffa nella poesia e nell’iconografia dal Medioevo al Rinascimento
di e con Claudia Contin Arlecchino
musiche: Luca Fantinutti
“Antenati di Arlecchino” è uno spettacolo dedicato agli antichi linguaggi poetici e grotteschi che hanno preceduto e accompagnato il fenomeno della Commedia dell’Arte. I versi comicamente letti, declamati, cantati e commentati da Arlecchino, provengono da documenti importanti della storia e della letteratura italiana e dei suoi inter scambi d’oltralpe. Esattamente come i giullari e i comici italiani viaggiavano continuamente dalle molte corti italiane verso quelle di Parigi, di Vienna e della Spagna e del resto d’Europa, così è accaduto anche alla poesia e alla musica di quei secoli, ove l’estetica del buffo e del goliardico aveva già raggiunto nel secondo Duecento vette artistiche davvero incantevoli. Persino il Petrarca, considerato il fondatore precursore dell’Umanesimo, ci lascia lo straordinario esempio bucolico del sonetto “Zefiro torna”, poi musicato e sviluppato in forma di frottola dal musicista rinascimentale Bartolomeo Tromboncino (1470-1535). E soprattutto Cecco Angiolieri, ci offre i versi ribelli di “Se Fossi Foco”, considerati come la più raffinata forma caricaturale del Dolce Stil Novo. All’inizio del Trecento persino Dante descrisse nel XXI canto del suo Inferno un simpatico Alichino insieme ad altri nove diavoli buffi, antenati dei caratteri buffi della futura Commedia Rinascimentale con le Maschere. Contemporaneamente in Francia il personaggio di Hellequin, altro nome archetipico di Arlecchino, veniva descritto nel famoso poema “Roman de Fauvel”, in versi “ottosillabici” dal ritmo incalzante, pensati per il chiassoso corteo originario pieno di uomini mascherati degli charivari, antesignani di tutti i nostri mascherati carnevali europei. Boccaccio stesso, che più tardi scelse l’appellativo di “Divina” per la Comedia del Maestro Dante, seppe inseguire, con le sue novelle e la sua poetica, le immagini grottesche che il Medioevo stava lasciando in eredità all’Umanesimo e poi al Rinascimento.
E così, i Comici rinascimentali, degni eredi di cantastorie e giullareschi menestrelli, si dedicarono spesso alla recitazione buffa in versi: abbiamo anche la chicca di un sonetto plurilinguistico lasciatoci da quel poliglotta affabulatore che fu il primo Arlecchino teatrale Tristano Martinelli da Mantova (1557-1630). All’alba del Seicento, i comici italiani erano ormai drammaturghi e poeti di se stessi, scafati maestri di dialettica, di comicità e di bellezza, tanto da influenzare l’opera di grandi scrittori d’oltralpe come Molière e Shakespeare.
Uno spettacolo coinvolgente
Le ricerche musicali di Luca Fantinutti, con arrangiamenti di temi dal Duecento ai giorni nostri, accompagnano le coreografie dell’Arlecchino trasformista sulla scena e i canti di antichi poemi e sonetti. La scenografia è ambientata in un’osteria popolaresca, ispirata al dipinto “Danza in Trattoria” di Jean Miel (1599-1664) in cui una compagnia di comici in maschera offre musica e danze in cambio di un pasto caldo. Tra botti semoventi, cesti di mele delle tentazioni e fiaschetti di vino dell’euforia, Arlecchino riporta in vita gli spiriti dei suoi Antenati, che declamano sonetti e cantano serenate alle signore del pubblico. Per richiamare la sua famiglia di Revenant, Arlecchino organizza persino, con tutti gli spettatori, degli scatenati concerti di percussioni e allegre “Danze Macabre”, ispirate agli affreschi della chiesa di San Vigilio di Pinzolo in Trentino, realizzati nel 1539 da Simone Baschenis. Nel tentativo di re-imparare a volare come i demoni buffi della Malabolgia dantesca, arlecchino cambia costumi, piume e maschere in un caleidoscopio di apparizioni comiche e poetiche, fino alla frugale ma piacevole condivisione del pasto finale a base di vino e mele per tutti.
Ingresso gratuito.
Con il contributo di Regione Friuli Venezia Giulia
Info: Ortoteatro 0434 93 27 25 o 320 05 300 07 anche WhatsApp
organizzazione.ortoteatro@gmail.com
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