MARIA SIGNORELLI

Maria Signorelli nasce a Roma il 17 novembre del 1908 dalla scrittrice e medico lèttone Olga Resnevitch e da Angelo  ignorelli, uno dei primi radiologi italiani; prima di tre bambine, Maria raccoglie fin dalla primissima età le molte suggestioni che le vengono dall’ambiente familiare e la sua formazione culturale avviene in un ambiente privilegiato, quello offerto dal salotto letterario e artistico che si costituì nel primo dopoguerra attorno alla madre, biografa di Eleonora Duse, prima traduttrice di diversi capolavori della letteratura russa ed amica di artisti e uomini di teatro, nonché al padre, Angelo Signorelli, uno dei primissimi collezionisti italiani di arte moderna. Dopo il compimento degli studi classici, Maria si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Roma e prende a frequentare lo studio di scenografia del Teatro Reale, diretto al tempo da Nicola Benois. La passione
per il disegno, il colore e il teatro la portano a creare i suoi primi fantocci, sculture morbide, che vengono esposte per la prima volta nel 1929 alla romana Casa d’Arte Bragaglia di via degli Avignonesi. Ad una successiva mostra alla Galleria Zak di Parigi, presentata da De Chirico, segue un lungo soggiorno a Berlino che viene coronato da una nuova mostra alla Galeria Gurlitt. Ed è a Berlino, negli anni tra le due guerre in cui la città é per molti aspetti la capitale artistica e culturale d’Europa, che si compie la sua formazione teatrale. Un percorso che, dal pupazzo come scultura morbida in cui prende vita quell’essere umano “artificiale” che era una delle idées fixes delle avanguardie artistiche di quegli anni, la conduce al burattino agito a mano e destinato alla vita teatrale. Tornata in Italia, inizia a collaborare con Anton Giulio Bragaglia in numerosi spettacoli allestiti al Teatro degli Indipendenti e poi al Teatro delle Arti di Roma. Nel 1934 progetta assieme a Carlo Rende il “Pluriscenio M”, un progetto di palcoscenico costruito in modo da potere presentare contempora- neamente sette ambienti: presentato a Roma alle “Stanze del libro”, e poi altrove in Italia ed a Buenos Aires, questo particolare palcoscenico fu molto apprezzato da Bragaglia e lodato da Marinetti.  Nel 1937 raccogliendo la proposta della cantante svizzera Maria Amstad inizia a creare i suoi primi spettacoli di burattini: La boîte à joujoux e Bastien et Bastienne, che vengono presentati nella Sala dei Concerti Intimi di via Boncompagni a Roma. Nel 1939 sposa il pedagogista Luigi Volpicelli; un’unione che sicuramente stimolerà in Maria l’interesse per l’utilizzo pedagogico ed educativo dei burattini. Nel 1947, a secondo conflitto mondiale concluso,  Signorelli fonda la compagnia L’Opera dei Burattini, alla cui attività iniziano a collaborare artisti di vaglia: Lina Job Wertmüller, Gabriele Ferzetti e Scil- la Brini (tra gli attori), Enrico Prampolini, Ruggero Savinio e Toti Scialoja (tra i pittori-scenografi), Ennio Porrino, Vieri Tosatti e Roman Vlad (tra i compositori), Margherita Wallmann e Giuseppe De Martino (tra i registi). Gli spettacoli della compagnia, attiva poi per diversi decenni, propongono non soltanto un talento singolarmente ricco e fecondo, ma la capacità di rendere il teatro di figura pienamente partecipe della vita culturale di un’epoca, della quale i burattini di Maria sono in grado di restituire chimere ed inquie- tudini, speranze ed orrori, ed una fede incrollabile nella missione profondamente umanistica dell’arte. Si spiega così il grande successo dei suoi spettacoli, in cui questa forma di teatro, ingiustamente ritenuto da molti riservato all’infanzia, trova il respiro culturale che lo pone a pieno titolo tra le maggiori espressioni del suo tempo. Prende vita man mano un repertorio amplissimo che si fa conoscere in Italia e all’estero per la quali- tà dell’invenzione drammaturgica, la raffinatezza degli allestimenti e delle musiche e la felice sintesi di sperimentalismo e tradizione. Le creazioni sono rivolte sia agli adulti, attratti da messinscene di grande poesia, sia all’infanzia, cui i burattini aprono un mondo di fiaba che non manca di valenze educative. Tra i maggiori spettacoli ispirati da opere letterarie ricordiamo: Re cervo di Gozzi, La favola del pesciolino d’oro di Pushkin, L’Usignolo e la rosa di Wilde, La tempesta di Shakespeare, Faust di Guido Bonneschk, L’Inferno di Dante, La Rivoluzione Francese di G. Ceronetti, Antigone di Brecht. 




Il suo particolare virtuosismo nel concepire burattini-ballerini e nel metterli in scena rende celebri alcuni suoi balletti, come Cenerentola di Prokofiev, El Retablo de Maese Pedro di De Falla e La boîte à joujoux di Debussy.  All’intensa produzione spettacolare e  alle svariate centinaia di burattini da lei creati, la  Signorelli af- fianca un notevole impegno didattico, che la porta ad insegnare dal 1972 nel corso di teatro di animazione appositamente istituito per lei al DAMS di Bologna, a creare diverse trasmissioni radiofoniche (come Moto perpetuo, 1953-54; Giochiamo al teatro, 1967-68) e televisive (Serata di gala al Teatro dei Burattini, 1958; Piccolo mondo magico, 1959; Pomeriggio all’Opera, 1960), nonché a lavorare a conferenze e articoli su periodici specializzati nella didattica.  E’ stata una delle più convinte sostenitrici dell’importanza e dell’utilità del teatro (in particolare quello di burattini e marionette) nel processo formativo della personalità infantile e a questi temi ha dedicato una feconda produzione libraria : Il burattinaio perfetto (1955), Il bambino e il teatro (1957), L’esperienza scolastica del teatro (1963), Il Gioco del burattinaio (1975) e Storia e tecnica del teatro delle ombre (1981). Sempre in questo filone di ricerca si colloca la sua organizzazione nel 1961 a Frascati, del Convegno Internazionale Il Teatro di Burattini e di Marionette e l’Educazione sotto l’egida dell’UNIMA (Union Internationale de la Marionnette), fondata a Praga nel 1929.

Membro del Consiglio Mondiale dell’UNIMA, Maria partecipò, alla fine della seconda guerra mondiale,  alla rinata attività dell’associazione sin dal primo Congresso del 1957 convinta, com’era, che “il teatro di pupazzi riproponendo il mondo umano nei termini delle marionette e del burattino o delle figure d’ombre o comunque altro sia, apre spazio enorme al bisogno di evasione e di poesia che si annida in ciascuno di noi”. Partecipò poi alla creazione della sezione italiana dell’Unima, nel 1980, di cui assunse la Presidenza. In seguito ne fu a lungo Presidente onorario.

Si è spenta a Roma il 9 luglio 1992.